Conclusioni


Al giorno d’oggi come mai non si è ancora arrivati ad una definitiva decisione sull'aspartame? E quale potrebbe essere una possibile alternativa?

Tra continue ricerche, inchieste e approvazioni da parte delle autorità di controllo, il dolcificante più diffuso al mondo resta ancora in bilico riguardo la sua possibile tossicità.




Perché?
Forse sono stati fatti troppi studi basati su dati della casa produttrice, o addirittura su indagini svolte dalla stessa; troppi conflitti d'interesse all'interno delle agenzie di controllo come la FDA e l'EFSA.
Numerosi studi e ricerche condotti anche da Istituti indipendenti come il Ramazzini sono stati rigettati dalle varie autorità sanitarie di tutto il mondo (compreso il Ministero della Salute), continuando a ritenere affidabili gli studi precedentemente svolti da parte del produttore. 

Nel maggio 2011 la Commissione europea ha chiesto all'EFSA di anticipare al 2012 la valutazione riguardo la sicurezza dell'aspartame, inizialmente fissata per il 2020. L'EFSA ha accettato di avviare una revisione sull'argomento. Su richiesta di quest'ultima, la Commissione europea ha poi accettato di prorogare la scadenza della valutazione a maggio 2013.
I venti esperti che avevano liquidato gli studi del Ramazzini ora dovranno rivedere anche le ricerche del produttore, la Searle, oggi Ajinomoto (considerato il principale produttore giapponese di aspartame) e stipulare un resoconto completo entro la data. Se il resoconto finale decreterà che l’aspartame è dannoso per la salute, potrebbe mettere in crisi anche tutti gli altri dolcificanti artificiali oggi sul mercato.


Possibile soluzione
Una possibile soluzione sarebbe quella di sostituire l’aspartame con la Stevia Rebaudiana, una pianta proveniente dal Sud America con un alto potere dolcificante e numerosi benefici: non contiene calorie, non altera il livello di glucosio nel sangue, non è tossica, inibisce la formazione delle carie e delle placche dentali, non causa il diabete e a differenza dell'aspartame può essere utilizzata per cucinare senza subire alterazioni della sua struttura molecolare. Essa è però stata per lungo tempo vietata, in quanto considerata come droga, e solo dal luglio 2012 è stata autorizzata la produzione e la vendita  di Stevia nell'Unione Europea come dolcificante alimentare, ma il suo uso è ancora molto limitato. Nonostante i vantaggi che pare portare, il suo consumo e produzione vanno incontro però alle stesse problematiche dell’aspartame. La storia dunque si ripete. 


L’unica soluzione che pare plausibile è quella di non eccedere con i prodotti contenenti l’aspartame. D'altronde si sa… tutti gli eccessi fanno male.

Nessun commento:

Posta un commento